Gli antiossidanti sono composti in grado di ritardare o inibire i processi di ossidazione che si verificano sotto l’influenza dell’ossigeno atmosferico o delle specie reattive dell’ossigeno ROS acronimo di Reactive Oxygen species tra cui perossidi, superossidi e radicali.
Gli antiossidanti sono coinvolti nel meccanismo di difesa dell’organismo contro le patologie associate all’attacco dei radicali liberi.
Gli antiossidanti endogeni sono enzimi, come la superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi o composti non enzimatici, come l’acido urico, la bilirubina, l’albumina e le metallotioneine.
Quando i fattori endogeni non sono in grado di assicurare una protezione completa dell’organismo contro le ROS, sorge la necessità di antiossidanti esogeni, come integratori nutrizionali o prodotti farmaceutici, che contengono come principio attivo un composto antiossidante.
I più importanti antiossidanti esogeni sono la vitamina E, la vitamina C, il beta-carotene, i flavonoidi, ma anche la vitamina D e K3.
La carenza di antiossidanti provoca lo stress ossidativo che si manifesta con l’attacco dei radicali liberi che danneggiano i componenti della cellula tra cui lipidi, proteine e DNA.
Le caratteristiche essenziali dell’ossidazione attraverso una reazione a catena mediata dai radicali liberi sono fasi di iniziazione, propagazione e terminazione.
Il processo può essere avviato dall’azione di agenti esterni come calore, luce o radiazioni ionizzanti o dall’iniziazione chimica che coinvolge ioni metallici o metalloproteine.
Iniziazione
Un substrato LH come, ad esempio un lipide, viene attaccato da un radicale R∙ con formazione di un radicale L∙ altamente reattivo:
LH + R∙ → L∙ + RH
Propagazione
Il radicale L∙ reagisce rapidamente con l’ossigeno per dare un radicale perossilico
L∙ + O2 → LOO∙
Il radicale LOO∙ può ulteriormente ossidare il lipide cone formazione di idroperossidi lipidici:
LOO∙ + LH → L∙ + LOOH
Gli idroperossidi lipidici a loro volta danno luogo alla formazione di una vasta gamma di composti come alcoli, aldeidi, chetoni, radicali tra cui il radicale alcossido RO∙
Terminazione
Durante la fase di terminazione due radicali si legano tra loro per dare un composto stabile:
LOO∙ + LOO∙ → LOOL + O2
L∙ + L∙ → L-L
LOO∙ + L∙ → LOOL
A seconda del meccanismo di azione gli antiossidanti possono essere classificati in tre gruppi principali: preventivi, scavenger e i chain breaker ed infine quelli di riparo.
Gli antiossidanti preventivi impediscono la formazione dei radicali prevenendone la formazione o convertendoli in molecole non dannose.
Essi agiscono con vari meccanismi come la chelazione dei metalli di transizione, l’inattivazione dei perossidi o il quenching delle ROS in modo che le reazioni radicaliche non abbaino inizio.
Ad esempio:
- l’enzima superossido dismutasi catalizza la reazione 2 H++ 2 O2– → H2O2 + O2
- l’enzima glutatione perossidasi catalizza la reazione del perossido di idrogeno e dei perossidi lipidici in altre molecole prima della formazione di radicali liberi secondo la reazione 2 glutatione + H2O2→ glutatione disolfuro + H2O
- l’enzima catalasi catalizza la conversione del perossido di idrogeno in ossigeno e acqua: 2 H2O2→ O2+ 2 H2O
- proteine come ferritina e la transferrina che contribuiscono alla difesa fornita dagli antiossidanti chelando i metalli di transizione e, nello specifico il ferro, e prevenendo l’effetto catalitico che questi forniscono alla produzione di radicali liberi.
Gli antiossidanti secondari detti scavenger sono sostanze diverse sia idrosolubili che liposolubili che catturano i radicali liberi prevenendo le tipiche reazioni a catena.
Essi riducono la concentrazione di radicali liberi interagendo con essi e inattivandoli.
Esempi di antiossidanti secondari scavenger sono l’ubichinone, i composti tiolici, l’albumina, la bilirubina e l’acido urico.
Tra gli antiossidanti secondari vi sono i chain breaker che sono in grado di bloccare la propagazione delle reazioni radicaliche a catena.
Esempi di antiossidanti secondari chain breaker sono carotenoidi, tocoferoli e ascorbato.
Gli antiossidanti terziari, detti agenti di riparo, sono enzimi che esplicano la loro azione dopo che è avvenuto il danno provocato della specie reattive. essi, dopo aver determinato il segmento molecolare ossidato, eliminano il frammento inutilizzabile e inseriscono un nuovo segmento al posto di quello eliminato.
Esempi di antiossidanti di riparo sono le idrolasi, le trasferasi e le polimerasi che riparano molecole come il DNA di danni provocati dai radicali liberi.