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Platino

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Il platino è un metallo di transizione appartenente al Gruppo 10 e al 6° Periodo con configurazione elettronica [Xe] 4f14 5d9 6s1.

ll platino unitamente al rutenio, rodio, palladio, osmio e iridio che occupano posizioni contigue nella Tavola Periodica fa parte dei metalli del gruppo del platino caratterizzati da proprietà fisiche e chimiche simili e presenti negli stessi giacimenti minerari.

E’ un metallo di colore bianco-argenteo, nobile, prezioso, brillante, scarsamente reattivo, stabile, resistente alla corrosione; viene rinvenuto in alcuni minerali contenenti nichel o rame ma si trova generalmente allo stato nativo nei depositi alluvionali.

Sono stati rinvenuti oggetti in leghe di platino risalenti al XII secolo a.C. presso le antiche civiltà Egizie mentre è databile al VII secolo a.C. il sarcofago di Tebe della principessa Shapenapit  decorato con lamine di oro, di argento e di una lega di platino.

Già noto alle popolazioni dell’America Latina in età precolombiana il platino venne considerato, dai conquistatori spagnoli come un’impurezza dell’argento e gli attribuirono il nome di platina dispregiativo del sostantivo plata che significa argento.

Il platino ha numeri di ossidazione +6, +5, +4, +3, +2, +1, -1, -2 e -3 sebbene i numeri di ossidazione più comuni siano +2 e +4.

Stante la sua inerzia chimica il platino viene attaccato dall’acqua regia secondo la reazione complessiva per dare l’acido cloroplatinico:

Pt(s) + 4 HNO3(aq) + 6 HCl(aq) → H2PtCl6(aq) + 4 NO2(g) + 4 H2O(l)

Dall’acido cloroplatinico per reazione con il nitrato di sodio si ottiene l’ossido di platino (IV) noto come catalizzatore di Adam utilizzato nelle reazioni di idrogenazione, deidrogenazione, ossidazione e di idrogenolisi:

H2PtCl6 + 6 NaNO3 → Pt(NO3)4 + 6 NaCl + 2 HNO3

Il nitrato di platino (IV) ottenuto viene riscaldato e, nella reazione di decomposizione, si ottiene NO2 e PtO2:

Pt(NO3)4 → PtO2 + NO2+ O2

Dalla decomposizione termica dell’acido cloroplatinico si ottiene il cloruro di platino (IV):

H2PtCl6  → PtCl4 + 2 HCl

Se l’acido cloridrico prodotto viene allontanato in soluzione acquosa il cloruro di platino (IV) cristallizza sotto forma di cristalli rossi come cloruro di platino (IV) pentaidrato.

Riscaldando in presenza di aria a una temperatura di 350°C dalla decomposizione termica dell’acido cloroplatinico si ottiene il cloruro di platino (II):

H2PtCl6  → PtCl2 + Cl2  + 2 HCl

Il cloruro di platino (II) dà luogo a reazioni con i leganti:

PtCl2 + 2 L → PtCl2L2

Nel caso il legante sia l’ammoniaca si ottiene il cisplatino PtCl2(NH3)2 agente usato nella chemioterapia.

Circa il 40% della produzione mondiale di platino viene usata nel campo della gioielleria in cui viene utilizzato prevalentemente in lega con l’oro.

Stante la sua resistenza alla corrosione e alla sua stabilità ad alta temperatura il platino viene utilizzato quale catalizzatore ed in particolare, insieme al palladio e al rodio, nei convertitori catalitici delle autovetture in cui il monossido di carbonio e gli idrocarburi incombusti vengono trasformati in biossido di carbonio.

Leghe di platino e osmio vengono utilizzate per pace-maker e valvole cardiache; leghe di platino sono usate in attrezzi chirurgici, negli utensili da laboratorio, nei cavi elettrici di resistenza e nei punti di contatto elettrico.

Vengono inoltre realizzati crogioli in platino che, rispetto alla ceramica, sono inerti agli attacchi degli acidi e delle basi e, grazie all’elevato punto di fusione del platino, vengono utilizzate nell’analisi termogravimetrica e nella calorimetria differenziale a scansione.

Con una lega di platino e iridio nel 1875 sono stati costruiti dalla Commissione internazionale dei pesi e misure il metro e il chilogrammo campioni che si conservano a Parigi.


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