L’acido tricloroacetico è un acido carbossilico che presenta tre atomi di cloro in α al gruppo carbossile ed ha formula Cl3CCOOH.
Si presenta come un solido igroscopico dall’odore pungente solubile in acqua e in molti solventi organici.
Contrariamente agli altri acidi carbossilici che sono considerati acidi deboli, l’acido tricloroacetico è un acido forte (Ka= 2.2 ∙ 10-2) a causa della presenza di tre atomi di cloro che hanno una elettronegatività maggiore rispetto all’idrogeno.
La presenza di sostituenti più elettronegativi dell’idrogeno aumenta l’acidità per effetto induttivo stabilizzando la carica negativa dell’anione carbossilato.
Le soluzioni acquose di acido tricloroacetico si decompongono a caldo in biossido di carbonio e cloroformio secondo la reazione
Cl3CCOOH → CO2 + CHCl3
La decomposizione è particolarmente rapida in presenza di basi sia organiche che inorganiche.
L’acido tricloroacetico viene ottenuto su scala industriale per clorurazione dell’acido acetico o dell’acido cloroacetico alla temperatura di 140-160 °C aggiungendo ipoclorito di calcio Ca(ClO)2 quale acceleratore della clorurazione:
CH3COOH +3 Cl2 → Cl3CCOOH + 3 HCl
All’inizio del 1900 l’acido tricloroacetico veniva usato per ottenere il sale di sodio che veniva usato quale erbicida. Attualmente viene utilizzato, oltre che per le sintesi organiche, anche come agente chimico decapante nel trattamento superficiale dei metalli, come ausiliario nella finitura tessile e come solvente nell’industria delle materie plastiche.
L’acido tricloroacetico viene impiegato in laboratorio in quanto è in grado di provocare la precipitazione delle proteine permettendo la loro separazione dal solvente.
L’acido tricloroacetico in soluzione o in gel viene utilizzato per eliminare calli, cicatrici, porri, macchie e verruche.
Sotto controllo di un dermatologo l’acido tricloroacetico, a diverse concentrazione, viene adoperato per effettuare peeling grazie alla sua azione esfoliante e per eliminare le cicatrici provocate dall’acne.