La carnitina è un composto di ammonio quaternario che, presentando un centro chirale, può presentarsi nella forma D e nella forma L sebbene nel regno animale esista solo nella forma L.
Si presenta in forma zwitterionica e a temperatura ambiente è un solido cristallino bianco solubile in acqua.
Nell’organismo umano la carnitina è sintetizzata nel fegato e nel rene a partire dagli amminoacidi lisina e metionina in presenza dei cofattori ferro, vitamina C, vitamine B1 e B6.
Il 98% della carnitina presente nell’organismo si trova nel muscolo scheletrico e nel cuore; l’1.6% si trova nel fegato, mentre la restante parte nel liquido extracellulare.
La carnitina fu isolata per la prima volta nel 1905 dall’estratto di carne e fu denominata in questo modo dal latino carnis che significa appunto carne.
Il ruolo della carnitina nei processi metabolici fu chiarito solo nel 1955 e gli studi relativi alla sua carenza furono pubblicati nel 1972.
Il ruolo biologico della carnitina è quello di trasportatore di acidi grassi a catena lunga dal citoplasma cellulare all’interno dei mitocondri in cui subiscono una β-ossidazione venendo utilizzati per la produzione di ATP; l’adenosintrifosfato funge da trasportatore di energia in quanto esso è in grado di sviluppare una notevole quantità di energia quando subisce il distacco di un gruppo fosforico.
La carnitina, che è contenuta oltre che nella carne di manzo, suina, di pecora, di agnello e anche, sia pure in misura ridotta, nei prodotti caseari ha, secondo numerosi studi, effetti benefici per la cura dell’obesità, per il controllo della glicemia e per i suoi effetti antiossidanti. La carnitina infatti neutralizzerebbe i radicali liberi che danneggiano il DNA e il materiale genetico nelle cellule.
Dal punto di vista terapeutico, la L-carnitina può essere utilizzata per stimolare le secrezioni gastriche e pancreatiche e nel trattamento della iperlipoproteinemia, alterazione del metabolismo lipidico che determina un aumento di alcuni o di tutti i tipi di lipidi e/o di lipoproteine nel sangue.
Spesso la carnitina viene assunta quale integratore alimentare soprattutto da parte di chi presenta stagnazione del peso corporeo o un calo di energia durante l’attività sportiva.
Agli effetti dimagranti più o meno dimostrati si aggiungono benefici sull’apparato cardiovascolare, sul sistema nervoso, nella regolazione della tiroide.
Studi di farmacocinetica hanno dimostrato che la L-carnitina viene assorbita nell’intestino tenue mediante una combinazione di trasporto attivo e diffusione passiva. La biodisponibilità dopo somministrazione orale può variare dal 16-18% al 54-87%. L’integrazione orale di L-carnitina a dosi superiori a 2 g non offre tuttavia alcun vantaggio, a causa della saturazione dell’assorbimento della carnitina a questa dose.