Le stampanti laser e le fotocopiatrici si sono diffuse in modo esponenziale negli ultimi anni essendo ormai presenti oltre che negli uffici anche nelle case.
E’ quindi importante conoscere i potenziali rischi associati all’uso frequente di questo tipo di dispositivi che utilizzano un tamburo fotosensibile per attirare il toner la cui composizione varia a seconda del produttore ma è abitualmente costituita da un copolimero stirene acrilato, un poliestere o altri tipi di polimeri presenti sotto forma di particelle di piccolissime dimensioni.
A seguito delle reazioni chimiche vengono rilasciati composti organici volatili, ozono, selenio, metalli e ossidi metallici, tracce di carbonio elementare e particolato di varie dimensioni dovuto alla presenza di nanomateriali ingegnerizzati ovvero materiali in cui per almeno il 50% delle particelle una o più dimensioni siano comprese tra 1 nm e 100 nm.
Da tempo erano stati effettuati studi sui rischi per la salute umana associati ad un’esposizione continua e frequente alle emissioni dovute alle stampanti.
Di recente, tuttavia, nuove ricerche hanno rilevato che i componenti del toner reagiscono tra loro durante il processo di stampa con formazione di particelle potenzialmente più dannose di quanto si riteneva in precedenza.
Presso l’Università Harvard è stato valutato l’impatto sulla salute da parte dei nanomateriali e si è scoperto che essi diventano volatili durante la fase di stampa.
Il team ha condotto studi per valutare gli effetti specifici delle nanoparticelle sugli animali e hanno verificato che, a causa delle loro dimensioni, esse possono entrare nei polmoni e quindi entrare in circolo.
Le nanoparticelle possono reagire infatti con i composti organici volatili per formare specie potenzialmente cancerogene.
Le specie organiche sono state caratterizzate tramite risonanza magnetica nucleare, spettrometria di massa associata alla gascromatografia e si è trovato che idrocarburi policiclici aromatici gassosi a basso peso molecolare derivanti dal toner interagiscono con le nanoparticelle e, alle alte temperature che si verificano nella fase di stampa, danno luogo alla formazione di specie ad alto peso molecolare che sono potenzialmente cancerogene e possono portare a mutazioni del materiale genetico.