Uno sei settori che non ha conosciuto crisi negli ultimi decenni è quello degli integratori alimentari il cui consumo, specie nei paesi più industrializzati, è cresciuto in maniera incredibile tanto che solo nell’ultimo anno in Italia il fatturato è aumentato del 7.4%.
Gli integratori più richiesti vanno dalla cura di tosse e raffreddore, modulazione dell’umore, disturbi del sonno, depressione, perdita di peso, miglioramento delle prestazioni sessuali, aumento della massa muscolare e per tanti altri scopi.
Si stima che la maggioranza degli adulti negli USA assuma uno o più integratori in modo più o meno occasionale.
Essi sono costituiti da vitamine, sali, erbe, estratti vegetali,amminoacidi, enzimi e molti altri prodotti spesso in combinazione tra loro.
Sono venduti in pastiglie, capsule, sotto forma di polvere, barrette e bevande e i più consumati contengono vitamina D, vitamina E, sali di calcio e ferro, erbe come la echinacea, aglio e alcune specialità come glucosammina, probiotici e olio di pesce.
Negli integratori sono inoltre presenti riempitivi, leganti e aromi ed in essi spesso i principi attivi sono più di uno. Vengono venduti senza prescrizione medica sia in farmacia che negli ipermercati e on line e costituiscono un settore trainante dell’industria.
In Italia il Ministero della Salute ha diffuso un decalogo per un consumo consapevole e informato degli integratori alimentari ma, nonostante le raccomandazioni per una dieta sana ed equilibrata, di uno stile di vita adeguato, il passaparola specie negli ambienti sportivi ha comunque il sopravvento.
I consumatori infatti associano all’aggettivo “naturale” un prodotto che non può che portare benefici mentre i prodotti chimici sono visti come sostanze che possono far male alla salute dimenticando che anche la cicuta, l’aconito napello e il tasso sono prodotti naturali ma altamente velenosi.
Già da anni studi indipendenti concordavano sui possibili effetti dannosi degli integratori alimentari specie se presi per lungo tempo, in dosi elevate e senza consiglio e controllo del medico.
Nel corso di quest’anno sono stati pubblicati molti studi fatti negli USA, ed in particolare dalla AASLD, società americana per lo studio delle malattie epatiche che evidenziano che oltre il 20% dei casi di danno al fegato è imputabile agli integratori alimentari.
In molti casi, tra l’altro, in etichetta non sono elencati prodotti epatotossici presenti nell’integratore o farmaci da prescrizione messi illegalmente.
Eminenti epatologi associano il rischio maggiore di danni epatici agli integratori assunti per il body building e per la perdita di peso e, poiché nella loro formulazione sono contenute più sostanze, non sono in grado di identificare quale dei principi attivi in essi contenuto è nocivo.
Occorrerebbe quindi sensibilizzare quanti assumono con disinvoltura gli integratori ed in particolare quelli di dubbia provenienza e senza controllo medico ed evitare la loro assunzione in sostituzione di farmaci prescritti.