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Channel: Chimica – Chimicamo
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Porfirine

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Quanto più si impara a conoscere la chimica, tanto più spesso si rimane stupiti dai principi della natura. La natura ci impressiona per la sua complessità e precisione e spiega il modo in cui si applica ordinatamente uno stesso concetto di base alle diverse situazioni. La porfirina è uno di quei composti con caratteristiche uniche e peculiari che tuttavia mostra una versatilità e una capacità di giocare un ruolo chiave in molti fenomeni chimici.

Con il termine di porfirine vengono indicati un tipo di composti solubili in acqua contenenti azoto che sono tra i pigmenti biologici tra cui le emoproteiene come la clorofilla presente nei grana dei cloroplasti delle cellule vegetali, l’emoglobina presente nei globuli rossi del sangue dei vertebrati, i citocromi presenti nelle cellule degli organismi aerobi e la catalasi presente in tutti gli esseri viventi a eccezione dei microrganismi anaerobi.

Le porfirine hanno una struttura chimica complessa e sono costituite da quattro anelli di pirrolo legati tra loro tramite ponti metinici –CH=.

porfirina

La molecola è stabilizzata dal carattere aromatico che si estende sull’intera struttura pertanto le porfirine godono di una stabilità elevata e una scarsa reattività, tuttavia è possibile effettuare trasformazioni delle catene laterali che non intaccano il nucleo porfirinico.

I quattro atomi di azoto presenti al centro della molecola possono legarsi a uno ione metallico abitualmente di carica +2 o +3 come il ferro nell’emoglobina, il cobalto nella vitamina B12 e il magnesio nella clorofilla per formare stabili complessi organometallici.

Tutte le porfirine, dette pigmenti della vita, sono costituite da un sistema con un alto grado di coniugazione e assorbono alcune radiazioni della luce bianca riflettendo le rimanenti che si compongono per dare una determinata colorazione che è rossa nel caso dell’emoglobina e della vitamina B12 e verde nel caso della clorofilla.

Le porfirine sono protagoniste di un ampio spettro di funzioni nei sistemi biologici che vanno dal trasferimento di elettroni, trasporto di ossigeno e trasduzione di energia fotosintetica. Il chimico tedesco Alfred E. Treibs isolò per primo metalloporfirine simili alla clorofilla nel petrolio confermandone l’origine biologica.

La biosintesi delle porfirine avviene per condensazione della glicina con il succinil-CoA in presenza di ALA sintetasi per ottenere l’acido δ-aminolevulinico (dALA) che viene trasportato fuori dai mitocondri e nel citoplasma due molecole di dALA si combinano per dare il porfobilinogeno (PBG) che contiene un anello pirrolico. Quattro molecole di PBG si combinano tramite deamminazione per dare l’idrossimetilbilano (HMB) che idrolizza con formazione dell’uroporfirinogeno III che dopo successive modificazioni dà luogo alla formazione della porfirina IX che si combine con il ferro per dare l’eme.

Le porfirine possono essere sintetizzate per condensazione e ossidazione del pirrolo con un’aldeide in presenza di un acido come l’acido formico. I sottoprodotti della reazione vengono allontanati tramite ricristallizzazione o per via cromatografica

sintesi

Le porfirine trovano utilizzo in ambito medico in alcune patologie per la loro capacità di assorbire la luce che è convertita in calore ed energia, come catalizzatori e come coloranti.


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